lunedì 30 settembre 2013

CARTA DELLA LAICITA' IN FRANCIA E SCUOLA ITALIANA


Una “Carta della laicità a scuola”, sulla falsariga di quella francese, sarebbe possibile in Italia?
                                                                                         di Italo Bassotto

Lunedì 9 settembre, il ministro francese della «Éducation nationale», Vincent Peillon, ha presentato ufficialmente la «Carta della laicità a scuola», che è stata affissa in tutte le scuole pubbliche alla riapertura (ma non nelle 8. 800 scuole paritarie esistenti in Francia), come premessa all'insegnamento della «morale laica», poi ribattezzato «insegnamento morale e civico», che entrerà ufficialmente in vigore nel 2015 in tutte le scuole pubbliche, dalla materna al Liceo. La Carta si presenta sotto forma di 15 articoli che ribadiscono le regole fondamentali del «vivere insieme» nell'ambito della scuola laica.
Ne riporto brevemente la sintesi:
1.     Nei primi tre articoli vengono stabiliti i principi di uguaglianza, libertà di coscienza, dei cittadini e neutralità dello stato rispetto alle confessioni religiose e convinzioni morali…
2.     Nei successivi tre  articoli vengono definiti i caratteri educativi che la laicità assicura nelle scuole: conciliare libertà, fraternità ed uguaglianza, forgiare la responsabilità di ognuno, creare il proprio libero arbitrio, fare esperienza di cittadinanza autentica…, proteggendo da proselitismo e condizionamenti ideologici.
3.     Gli effetti formativi di tale pratica vengono indicati: nella creazione di una cultura condivisa (art. 7), nell’esercizio della libera espressione nel rispetto dei valori repubblicani e del pluralismo delle convinzioni (art. 8), nel rigetto di ogni violenza e discriminazione, nell’uguaglianza tra ragazzi e ragazze, nella nascita di una cultura del rispetto e della comprensione dell’altro (art. 9)
4.     Seguono tre precisi moniti al personale delle scuole statali: portare la Carta alla conoscenza dei genitori, nonché trasmettere agli alunni il senso e il valore della laicità (art. 10);  ottemperare al dovere di stretta neutralità, non manifestando le proprie convinzioni politiche o religiose nell’esercizio delle proprie funzioni (art. 11). Il terzo richiamo (art. 12) tocca direttamente il senso dei curricoli ; lo riporto per esteso nella traduzione che ho saputo fare, data la sua complessità concettuale: «Gli insegnamenti sono laici. Per garantire agli alunni l’apertura più ampia alla diversità delle visioni del mondo nonché all’insieme e alla precisione dei saperi, nessun soggetto è a priori escluso dagli interrogativi posti dalla scienza e dalla pedagogia. Nessun allievo può invocare una convinzione religiosa o politica per contestare a un insegnante il diritto di trattare una questione del programma».
5.     Premesso che: «Nessuno può appellarsi alla propria appartenenza religiosa per rifiutare di conformarsi alle regole applicabili nella scuola della Repubblica» (art.13) viene fissato il principio che “è vietato indossare segni o vestiti con i quali gli alunni manifestano ostensibilmente un’appartenenza religiosa” (art 14) e che (contentino finale!): “con le loro riflessioni e le loro attività, gli alunni contribuiscono a fare vivere la laicità all’interno del proprio istituto”

Sarebbe possibile  una cosa del genere in Italia?

sabato 28 settembre 2013

LA GRAMMATICA? UNA COSA SERIA!

La grammatica è una cosa seria. Per i personaggi pubblici è un dovere e anche l’università ha le sue colpe. Parla il linguista.
  Giuseppe Patota è docente di Linguistica italiana all’Uni­versità di Siena-Arezzo, au­tore di numerosi trattati e direttore scientifico del Dizionario Garzanti. Uno che… la grammatica è una co­sa seria, direbbe ......

lunedì 23 settembre 2013

L'UMEC VERSO IL DOMANI

L’UMEC VERSO IL FUTURO
 A ROMA IL CONSIGLIO DELL’UNIONE MONDIALE DEGLI INSEGNANTI CATTOLICI 
 UMEC-WUCT
  Il belga Guy Bourdeaud’hui, è stato riconfermato presidente dell’Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici. Con lui opereranno, nell’Esecutivo Mondiale, Giovanni Perrone, che svolgerà il ruolo di segretario generale, e l’inglese John Lydon, tesoriere. Assistente dell’Unione è il vescovo di Gent (Belgio), mons. Luc Van Looy. L’intero Esecutivo, eletto nell’ottobre 2012, per un anno, è stato riconfermato per il prossimo quadriennio.

“L’UMEC verso il futuro”, è questo il titolo del documento approvato dal Consiglio dell’UMEC-WUCT svoltosi recentemente a Roma presso la sede dell’AIMC.  Questo Consiglio, infatti, ha voluto rilanciare l’Unione mondiale per renderla adeguata alle nuove e molteplici sfide educative. Nei due giorni d’intenso lavoro i rappresentati delle nazioni componenti il Consiglio  (Argentina, Belgio,  Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda) hanno discusso le varie problematiche relative alla vita dell’UMEC e progettato il cammino futuro.  Gli ospiti sono stati accolti dal presidente e dall’assistente nazionale dell’AIMC, che hanno partecipato al dibattito consiliare. La parte logistica è stata curata dall’amministratore dell’AIMC.  I lavori del Consiglio sono stati accompagnati ed orientati da alcuni interventi di esperti su tematiche di fondo.
“L’educazione, le sfide e i differenti aspetti dell’educazione” è stato il tema illustrato dal professor Piero Lucisano, presidente del Corso di laurea della facoltà di Scienze dell’educazione e della formazione dell’Università La Sapienza in Roma. Il suo vivace intervento ha evidenziato le luci e le ombre, nonché le sfide educative dell’oggi e la necessità di cercare percorsi idonei  ai bisogni di formazione delle giovani generazioni, di curare un’adeguata formazione selezione dei docenti, di utilizzare adeguate strategie valutative al fine di evitare ogni illusione di essere dei “buoni educatori”.
Particolare attenzione al prossimo anniversario della pubblicazione della Dichiarazione conciliare “Gravissimum Educationis” è stata presente nella relazione del professore John Lydon, della “S. Mary  University” di Londra. Nel suo dotto intervento sono state illustrate le varie tematiche della Dichiarazione ed è stata richiamata la necessità di una significativa presenza degli insegnanti nella scuola: insegnanti competenti e testimoni di Cristo e scuole vere comunità di crescita in umanità.
Il tema della “Gravissimum Educationis” è stato ripreso dal Segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, monsignor Vincenzo Zani, che ha illustrato il documento di lavoro preparato dalla Congregazione per sollecitare la riflessione sulla Dichiarazione. I punti principali sono: Una nuova antropologia per l’uomo moderno; un’educazione adeguata alle attuali sfide educative; la formazione continua degli insegnanti; educare in una società multiculturale; l’educazione religiosa.
Il Consiglio si è impegnato ad avviare, a livello mondiale e locale (tramite le varie associazioni) una riflessione su tali tematiche al fine di contribuire al dibattito. Monsignor Zani si è felicitato per la volontà dell’UMEC di proseguire il suo cammino e per la sua collaborazione con la Congregazione.
L’opportunità di un’interazione con docenti universitari di varie parti del mondo al fine di accompagnare il lavoro dell’UMEC è stata messa in risalto dall’intervento del professore Pasquale Moliterni.
Il Consiglio ha provveduto all’elezione del Comitato Esecutivo per il prossimo quadriennio, che risulta così composto: il belga Guy Bourdeaud’hui (presidente), l’italiano Giovanni Perrone (segretario generale) e l’inglese John Lydon (tesoriere).
Nel corso della celebrazione eucaristica e dei lavori l’assistente ecclesiastico, il vescovo belga monsignor Luc Van Looy, ha sottolineato l’importanza del servizio svolto dai docenti e dalle comunità scolastica e la necessità per ogni educatore di essere terreno fertile ove possa germinare e fruttificare la parola di Dio ed ha richiamato la necessità di un forte impegno educativo ed ecclesiale di ogni docente cattolico.

Al termine dei lavori i consiglieri hanno ringraziato l’AIMC per la calorosa accoglienza ed ospitalità: “Ci siamo sentiti a casa nostra, attorniati da persone operose ed instancabili”.


sabato 21 settembre 2013

IL VERO POTERE DELLA DONNA

IL VERO POTERE DELLA DONNA
Commento all'intervista del Papa
Un passo avanti. Nella continuità con i Papi che hanno preceduto Francesco, certo. Ma con elementi di novità che non possono essere sottovalutati. Così la filosofa Paola Ricci Sindoni invita a rileggere i passaggi dell’intervista apparsa su «Civiltà Cattolica» in cui papa Bergoglio esalta l’importanza del genio femminile. «Mi ha colpito – dice – l’insistenza sulla necessità di elaborare una specifica teologia della donna. È un tema già presente nel Magistero, ma mai dichiarato in modo tanto esplicito da un Papa».
 Quale prospettiva si apre a questo punto?
«Di metodo, anzitutto. Una teologia della donna non può essere pensata in maniera astratta dagli uomini, né tanto meno rielaborata in termini di mera rivendicazione femminista. Da un lato c’è il rischio di un linguaggio che, nella sua genericità, non contiene la ricchezza della differenza perché, in sostanza, non ne tiene affatto conto. Sull’altro versante, c’è la deriva di quello che il Papa definisce “machismo in gonnella”».
 Vale a dire?
«È la trasposizione meccanica delle forme di potere maschile in ambito femminile. O, se si preferisce, la confusione tra la funzione svolta e la dignità delle differenza. A farne le spese è sempre la specificità dell’essere umano nella sua natura duale di maschile e femminile. L’orizzonte al quale il Papa fa riferimento è questo».
 Con quali conseguenze pratiche?
«Immagino una maggior collaborazione fra l’elemento petrino, maschile, della Chiesa, e quello mariano, prettamente femminile. Quando Francesco afferma che le donne devono essere chiamate a partecipare alle decisioni, quella che si delinea è un’integrazione fra struttura e profezia, fra organizzazione e missione. Il pensiero della differenza, se autentico, genera distinzione, ma non separazione. E tanto meno opposizione».
 Una Chiesa più sinodale in quanto più femminile?
«Senza dubbio meno gerarchica e meno interessata alla logica del potere declinato in senso maschile. Qui l’apporto del genio femminile è davvero determinante: per la donna il potere è il possum, l’apertura alla possibilità. Il limite di molta teologia femminista sta nel non accettare questa peculiarità, interpretando come limite quello che è, al contrario, un valore irrinunciabile. Proprio perché non partecipa del “potere” comunemente inteso, la donna ha il “potere” di testimoniare un nuovo modello ecclesiale, che in questo momento ci si presenta come uno dei frutti maturi del Concilio».
 Nell'intervista  papa Francesco parla molto anche del ruolo delle donne nella sua famiglia.
«Sì, è un tocco di concretezza, che lascia intendere come la famiglia possa essere il primo luogo in cui la differenza fra maschile e femminile viene vissuta in tutta la sua bellezza, in tutta la sua forza profetica e comunitaria».
 Alessandro Zaccuri
 www.avvenire.it


venerdì 20 settembre 2013

INIZIATIVE A FIRENZE

Sezione di Firenze

Il Docente come professionista dell’apprendimento

            Abbiamo bisogno di una didattica per portare ciascun alunno
alla consapevolezza di quale è  il suo specifico modo di apprendere:
 il più  efficace forse, per lui, in quel momento, per imparare...

Piano delle iniziative di formazione dell’ AIMC Firenze
per l’a.s. 2013  2014 periodo ottobre dicembre
ogni incontro ha un costo di 20€ (10€ per i soci)


12 ottobre       2013        Problemi senza problemi  
                                               Docente relatore  G. Perticone
                                                               (Gianluca Perticone è docente di scuola primaria, pedagogista, i suoi studi riguardano in particolare la                                                                  didattica della matematica e i disturbi dell’apprendimento. E’ supervisore di tirocinio presso l’Università degli                                                      studi di Firenze, svolge attività di formazione, collabora con l’Associazione Italiana Disturbi dell’Attenzione e                                                       Iperattività (AIDAI-Toscana)

26  ottobre     2013         Capire testi di parole e immagini – La comprensione del testo
                                               Docente relatore  Chiara Bertolini
                                      (Chiara Bertolini è assegnista di ricerca e docente a contratto di didattica e pedagogia speciale presso il                                                               Dipartimento di Educazione e Scienze umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia. I suoi ambiti di                                                            studio e ricerca riguardano, in particolare, i processi di comprensione del testo verbale e iconico e la didattica                                                      della comprensione. È  autrice di testi e studi  su tali argomenti

09 novembre   2013        Per apprendere la Costituzione nella scuola Primaria
                                               Docente relatore   Anna Sarfatti
                                                               (Anna Sarfatti  ha insegnato nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria ed è autrice di testi per bambini.                                                      In particolare alcuni testi cercano di avvicinare i bambini ai princìpi e ai valori della Costituzione)

23 novembre   2013        Guida alla comprensione del testo dalla scuola primaria alla scuola media                                              Docente relatore Barbara Carretti
                                                               (Barbara Carretti è ricercatore presso la Facoltà di Psicologia di Padova autrice di pubblicazioni riguardanti                                                         in particolare la psicologia dell’apprendimento e della memoria, la comprensione del testo e la sua evoluzione,                                                    le differenze individuali e di età)

10 dicembre    2013         Apprendere la grammatica nella scuola primaria
                                      Docente relatore M.C. Luise
                                      M.C. Luise è ricercatrice all’Università di Firenze in Didattica delle lingue straniere moderne, svolge attività di                                                      formazione e progettazione di corsi e seminari sull’insegnamento delle lingue,  collabora con il progetto                                                              ITALS dell’Università Cà Foscari di Venezia, è autrice di pubblicazioni nell’ambito pedagogico e          
                                                               Glottodidattica
Alcune iniziative in preparazione per il periodo gennaio – giugno 2014 :
-     B. D’Amore            Didattica della matematica nella scuola primaria
-    Catia Rossi            Le nuove tecnologie nella didattica quotidiana. Potenzialità, esperienze, rischi
-     P.Sacchelli e..           Esperienze di didattica delle operazioni mentali nelle scuole toscane
-     U. Cattabrini,          L’aula ambiente per l’apprendimento. Il Muro Maestro

-     Catia Rossi              Quando la comprensione in matematica è un problema di… italiano

giovedì 12 settembre 2013

ELOGIO DEL RIPETENTE


SCUOLA, IN DIFESA DEI RAGAZZI « DIFFICILI »

                                                                                                                            ROBERTO CARNERO

Mentre è imminente l’apertura delle scuole, si moltiplicano le riflessioni sull’istruzione e sulla professione docente, quasi a fornirci un viatico per cominciare al meglio il nuovo anno scolastico. Oltre al libro di Adolfo Scotto di Luzio, «La scuola che vorrei», pubblicato da Bruno Mondadori (l’autore è stato intervistato su 'Agorà' del 3 settembre da Roberto I. Zanini), esce per Mondadori un «Elogio del ripetente» di Eraldo Affinati. Il titolo – che ricorda il celebre «Elogio di Franti» scritto, ormai molti anni fa, da Umberto Eco a difesa dell’alunno 'cattivo' della scolaresca del libro «Cuore» – dice subito l’ottica molto particolare di Affinati, che oltre a essere uno scrittore è anche, in prima persona, un insegnante.
Quando parliamo di scuola in genere facciamo riferimento al punto di vista degli adulti (insegnanti, presidi, pedagogisti, sociologi ecc.). Affinati ha provato invece, forte della sua esperienza, a mettersi dalla parte degli studenti, di quelli meno bravi, meno motivati, meno 'performanti' (come si dice con una parola orribile), insomma dei ripetenti, di quei ragazzi che vanno ad ingrossare le cifre della dispersione scolastica.
Questo proposto da Affinati può essere un esercizio molto utile per tutti i maestri e i professori che si accingono a iniziare un nuovo anno di lavoro. In una situazione tutt’altro che rosea: oltre ai ben noti problemi congiunturali che riguardano il capitolo Istruzione, siamo in presenza di una generale perdita di autorevolezza, di riconoscimento e di significato dei processi formativi agli occhi della società, e dunque anche agli occhi dei ragazzi e delle loro famiglie.
Insegnare in certi contesti richiede che i docenti siano non soltanto solidi professionisti, ma missionari e a volte persino eroi. Eppure l’insegnamento è un lavoro dannatamente importante. In quello spazio tra la cattedra e il banco si gioca il rapporto tra le generazioni e si forma, nelle giovani menti dei discenti, il senso di un’identità collettiva, sul piano morale e civile. È un rapporto delicatissimo quello tra i ragazzi e i loro maestri, che spesso sono gli unici adulti con i quali essi entrano in contatto, se si escludono i genitori e i familiari. Ma spesso i maestri sono lasciati soli, abbandonati a se stessi, privi di strumenti adeguati a un compito così difficile in sé e in più complicato da molti fattori esterni. Chissà come veniamo visti noi professori dai nostri studenti.
Sappiamo che certi nostri modi di comportarci, certe modalità espressive, persino certi tic rimarranno impressi per sempre nella loro memoria. Ma anche gli alunni rimangono nella memoria di noi professori, quando facciamo bene il nostro lavoro. Alcuni di noi puntano sulla severità e sul distacco, altri su un rapporto amichevole e quasi 'alla pari', altri ancora oscillano pericolosamente tra questi due estremi.
 La verità – che emerge anche dallo sguardo degli alunni 'difficili' di Affinati, le cui voci sono chiamate a raccolta nel suo libro – è che molto spesso gli insegnanti riversano nel rapporto educativo i problemi non risolti delle loro esistenze. E i giovani hanno un sesto senso per captare queste debolezze e magari per approfittarsene. Ma non si può proprio dire che la colpa di quanto a scuola non funziona sia sempre dei 'Franti-ripetenti'.


www.avvenire.it – 12 settembre 2013

mercoledì 11 settembre 2013

LA FEDE, UN INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA

LA FEDE, UN INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA

Lettera di Papa Francesco a Scalfari (Repubblica)

"... La fede, per me, è nata dall'incontro con Gesù. Un incontro personale, che ha toccato il mio cuore e ha dato un indirizzo e un senso nuovo alla mia esistenza. Ma al tempo stesso un incontro che è stato reso possibile dalla comunità di fede in cui ho vissuto e grazie a cui ho trovato l’accesso all'intelligenza della Sacra Scrittura, alla vita nuova che come acqua zampillante scaturisce da Gesù attraverso i Sacramenti, alla fraternità con tutti e al servizio dei poveri, immagine vera del Signore. Senza la Chiesa — mi creda — non avrei potuto incontrare Gesù, pur nella consapevolezza che quell'immenso dono che è la fede è custodito nei fragili vasi d’argilla della nostra umanità. Ora, è appunto a partire di qui, da questa personale esperienza di fede vissuta nella Chiesa, che mi trovo a mio agio nell’ascoltare le sue domande e nel cercare, insieme con Lei, le strade lungo le quali possiamo, forse, cominciare a fare un tratto di cammino insieme. ........

venerdì 6 settembre 2013

7 settembre - UNA CATENA DI IMPEGNO PER LA PACE UNISCA TUTTI GLI UOMINI E LE DONNE DI BUONA VOLONTÀ'

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Quest’oggi, cari fratelli e sorelle, vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall'unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace! E’ il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato.
Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra, ma, in questi giorni, il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano.
Rivolgo un forte Appello per la pace, un Appello che nasce dall'intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! Con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza!
Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all'altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione. Con altrettanta forza esorto anche la Comunità Internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate sul dialogo e sul negoziato, per il bene dell’intera popolazione siriana.
Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi profughi nei Paesi vicini. Agli operatori umanitari, impegnati ad alleviare le sofferenze della popolazione, sia assicurata la possibilità di prestare il necessario aiuto.
Che cosa possiamo fare noi per la pace nel mondo? Come diceva Papa Giovanni: a tutti spetta il compito di ricomporre i rapporti di convivenza  nella giustizia e nell'amore (cfr Lett. enc. Pacem in terris [11 aprile 1963]: AAS 55 [1963], 301-302).
Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà! E’ un forte e pressante invito che rivolgo all'intera Chiesa Cattolica, ma che estendo a tutti i cristiani di altre Confessioni, agli uomini e donne di ogni Religione e anche a quei fratelli e sorelle che non credono: la pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità.
Ripeto a voce alta: non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma questa: la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace.
Il grido della pace si levi alto perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall'anelito di pace.
Per questo, fratelli e sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno più opportuno, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà.
Il 7 settembre in Piazza San Pietro - qui - dalle ore 19.00 alle ore 24.00, ci riuniremo in preghiera e in spirito di penitenza per invocare da Dio questo grande dono per l’amata Nazione siriana e per tutte le situazioni di conflitto e di violenza nel mondo. L’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace! Chiedo a tutte le Chiese particolari che, oltre a vivere questo giorno di digiuno, organizzino qualche atto liturgico secondo questa intenzione.
A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla violenza, al conflitto e alla guerra, con la forza del dialogo, della riconciliazione e dell’amore. Lei è madre: che Lei ci aiuti a trovare la pace; tutti noi siamo i suoi figli! Aiutaci, Maria, a superare questo difficile momento e ad impegnarci a costruire ogni giorno e in ogni ambiente un’autentica cultura dell’incontro e della pace.

LA VEGLIA PER LA PACE   (il libretto della veglia con il Santo Padre)

IL DIGIUNO CI INSEGNA QUEL CHE VALE DAVVERO


martedì 3 settembre 2013

ACCOMPAGNARE LE INDICAZIONI: Scuole e amministrazioni al lavoro.

La Circolare ministeriale n. 22 del 26 agosto scorso, nell’indicare il percorso che ogni Istituzione scolastica è chiamata a seguire per attuare le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, evidenzia che tale attuazione “costituisce una preziosa opportunità per approfondire alcuni nodi culturali, didattici, organizzativi e professionali di particolare rilievo” e precisa che “ogni scuola, nell’ambito della propria autonomia, adotta le strategie e le soluzioni più opportuno per per una conoscenza approfondita delle nuove Indicazioni, che mettono a sistema molteplici aspetti professionali, organizzativi e didattici, consentendone una rilettura unitaria ed organica”.  In quest’opera l’Amministrazione scolastica, ai vari livelli, è impegnata a fornire un adeguato supporto alle istituzioni scolastiche.  E’ una prospettiva pluriennale di accompagnamento che coinvolge tutti (amminsitrazione, scuole, associazioni professionali …) in una responsabile interazione che sappia valorizzare ogni risorsa e promuovere una vera e duratura innovazione.  Non è tanto il leggere le Indicazioni e rivisitare i POF, ma il riflettere  sui compiti formativi della scuola di base (infanzia e primo ciclo) ........

Leggi: ACCOMPAGNARE LE INDICAZIONI NAZIONALI